16.02.2012 17:35

Abbassamento dell'aliquota IMU sui fabbricati rurali

La  spremitura fiscale si abbatte anche sull'agricoltura, un settore che potrebbe generare nuova occupazione se sgravato da burocrazia e fisco.

La manovra del governo, basata sull'aggravio fiscale, penalizza l'agricoltura con l'IMU e l'aumento delle accise sul gasolio.

L'articolo 13 del decreto legge n. 201 del 6 dicembre 2011 risulta particolarmente indigesto a tutte le categorie agricole proprietarie di fabbricati ad uso abitazione o “funzionali”.

Il comma 8 del dl. 201 (Manovra Monti) prevede espressamente l’applicazione ai fabbricati rurali dell'imposta con l’aliquota dello 0,2 per cento. Si tratta dei fabbricati a uso strumentale (stalle, ricoveri per attrezzi e prodotti) di cui all’articolo 9 del Dl 557/1993 che prevede i requisiti di ruralità che - per richiamarli in sintesi- prevedono un reddito agricolo del titolare superiore al 50% del reddito totale e l'assoggettamento all'immobile di una superficie minima di 10.000 m2. Ai sensi dell’articolo 7 del Dl 70/2011 si tratta delle costruzione iscrivibili in catasto fabbricati nella già ricordata categoria D10. Nessuna esclusione viene prevista per le abitazioni rurali che non essendo in alcun modo citate ricadono inevitabilmente nella categoria dei fabbricati classificati nella categoria A (aliquota di imposta 0,4% se si tratta di abitazione principale).
Per l'agricoltura che deve disporre di ampie volumetrie per svolgere le proprie attività è una bella stangata.

Ricordo che un' azienda agricola può avere più di un fabbricato strumentale e,  si tratta in alcuni casi, di fabbricati con valore paesaggistico ed anche storico-architettonico per il quali la collettività bene farebbe a riconoscere dei contributi per la manutenzione.

L'amministrazione comunale a valutato e deciso di dimezzare l'aliquota sui fabbricati rurali, da 0,2 % a 0,1% (categoria catastale D10).

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