Tutela del made in Italy dell'agroalimentare
La mia attenzione al conparto agricolo ha fatto si che, come primo comune della provincia di Padova; la Giunta di Limena abbia aderito alla richiesta da parte di tutte le associazioni rappresentative della categoria, deliberando un ordine del giorno atto a richiedere una maggiore tutela del made in Italy:
In un momento di grave crisi in cui il nostro paese è alla ricerca di azioni e risorse per il rilancio dell'economia e della crescita occupazionale, il Made in Italy, e in particolare quello agroalimentare, è universalmente riconosciuto come straordinaria leva competitiva e di sviluppo del Paese.
L'agroalimentare rappresenta oltre il 16% del PIL nazionale.
L'export agroalimentare raggiunge quasi 28 miliardi di euro e ha segnato, anche durante la crisi, tassi di crescita del 13%.
L'Italia è il paese dei primati nell'agroalimentare: per valore aggiunto per ettaro; per la produzione e l'esportazione di vino nel mondo; per la qualità – vantando 231 Dop, Igp e Stg e quasi 500 denominazioni di vini Doc, Docg e Igt – per il numero di operatori nel mercato biologico.
La diffusione di prodotti che traggono in inganno circa la vera origine geografica realizza un evidente danno all'immagine della produzione agroalimentare nazionale, raggirando i consumatori che non vengono messi in condizione di scegliere in modo consapevole.
Nel corso del 2011 il Governo ha assunto alcuni importanti impegni:
- l’approvazione, dopo anni di pressing stringente, della legge n. 4 del 2011 che ha introdotto nel nostro ordinamento il principio dell’obbligatorietà dell’indicazione in etichetta dei prodotti alimentari del luogo di origine della materia prima agricola e l’impegno, ancora disatteso, di darne piena attuazione;
- le dichiarazione del Ministro dell’epoca in carica Galan, in risposta all’interrogazione parlamentare 4-08770, per la definizione di criteri di finanziamento dei progetti all’estero in grado di scongiurare appropriazioni indebite delle denominazioni protette e impropri richiami all’origine italiana dei prodotti commercializzati;
- le linee programmatiche del Ministro Romano espresse al Parlamento volte, tra l’altro, al contrasto a livello europeo e mondiale dell’Italian sounding in quanto fenomeno ingannevole e scorretto che danneggia la nostra cultura e tradizione e vanifica il sacrificio dei nostri operatori abusando del bon nome del nostro paese.
Purtroppo, a fronte di queste importanti premesse mancano ancora atti conseguenti; è’ recente la denuncia di una nuova vicenda di utilizzo improprio di risorse pubbliche da parte della “Società italiana per le imprese all’estero – SIMEST s.p.a. ” (società finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane all’estero controllata dal Ministero dello sviluppo economico) destinate a finanziare direttamente o indirettamente la produzione o la distribuzione di prodotti alimentari che non hanno nulla a che fare con il tessuto produttivo del paese.
Le operazioni di sostegno dell’Italian sounding da parte della SIMEST, determinano danni garvi in quanto bloccano ogni potenzialità di crescita delle imprese italiane a casa della “saturazione” del mercato con prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine nazionale, impedendo ai consumatori di effettuare una corretta comparazione sulla base della diversa qualità e convenienza con prodotti autentici del Made in Italy.
Il sostegno di SIMEST si indirizza ad investimenti in attività di delocalizzazione che oltre a costituire occasioni di concorrenza sleale ai prodotti italiani sottraggono colpevolmente opportunità di lavoro ed occupazione al sistema Italia.
L’Italian sounding ruba all’economia nazionale oltre 60 miliardi di euro all’anno.
Scopo dell’ordine del giorno è far intervenire il Governo nazionale perché si ponga fine a questa situazione insostenibile e deprecabile che risulta, peraltro, del tutto incoerente rispetto alle linee di azione e ai dichiarati del Governo; ad assumere ogni iniziativa utile a valorizzare e promuovere il vero Made in Italy, e più in particolare, per quanto riguarda il nostro territorio, il grande patrimoni della produzione tipica e di origine veneta.
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